Cenni storici
La sua storia documentata ha inizio nel 967, quando, su di un diploma dell'Imperatore Ottone I di Sassonia, emanato in Ravenna, compare per la prima volta il toponimo Nocetum. Tuttavia, per l'abbondanza di noci, il luogo era già noto ai romani come Nucetis.
Un vecchio ponte tardo romano attraversava qui il fiume Tanaro. Il" castrum Noxeti" venne compreso nel 1142 nel marchesato di Ceva, tenuto dai marchesi di Ceva, della stirpe d'Aleramo e da quella data in poi ne seguì le vicende. Un ramo della famiglia fu investito di sovranità sul luogo ed assunse il titolo nobiliare di Ceva di Nucetto. Fu ceduto nel 1295 al vescovo d'Asti e la sua giurisdizione passò a diversi signori.
Savoia-Acaja nel 1414 occuparono il paese e le truppe di Amedeo VIII ne distrussero l'antico castello nella più vasta campagna di annessionedei marchesati del Monferrato, di Ceva e di Saluzzo.
All'inizio del 1500 il castello fu ristrutturato dai Ceva e donato nel 1535 a Beatrice di Portogallo Duchessa di Savoia. Vi furono infeudati anche i Faussone, i Pasquali, i Rovelli, i Thesauro ed infine i Pallavicino. Col passaggio delle truppe napoleoniche, il maniero che già versava in stato d'abbandono, fu definitivamente smantellato.
L'economia del luogo e'da sempre agricola,modesta l'influenza dell'allevamento e della pesca. prodotti principali furono essenzialmente: castagne, uva, canapa, barbariato e segala oltre al legname. La terra iniziò ad essere coltivata in collina per poi svillupparsi, dopo la cacciata dei Saraceni, anche nel piano dove era permessa l'irrigazione ed il funzionamento di un mulino ad acqua. Nell'ottocento vi fiorì l'attività mineraria, per lo sfruttamento di una miniera di carbon fossile, e industriale per l'installazione di una vetreria. Nel 1889 il paese fu pure raggiunto da una ferrovia, la Ceva –Ormea.
Nell'ultimo secolo, a causa della vicinanza con la città di fondovalle, Ceva, molti abitanti vi trovarono impiegono soprattutto nei servizi che praticamente a Ceva sono concentrati. Attualmente l'agricoltura è abbandonata, la maggior parte della popolazione è impiegata nell'industria (telecomunicazioni) e nel suo indotto. Prodotto rinomato è il pane cotto in forno a legna e smerciato in ben tre panetterie.